Gli studi urodinamici sono dei test usati per investigare la funzione del basso apparato urinario (vescica ed uretra) e sono usati come parte dell’iter diagnostico-terapeutico relativo ai vari quadri clinici. Il medico urologo può prescrivere queste indagini nei casi di ritenzione urinaria, disturbi urinari, cistiti ricorrenti recidivanti, patologie del pavimento pelvico (es. prolasso degli organi pelvici) e disturbi urinari in pazienti con malattia neurologica (es. sclerosi multipla, Morbo di Parkinson, ecc.)
(esame urodinamico non invasivo)
(esame urodinamico invasivo)
Per entrambe le tipologie di esame non é necessario il digiuno (la mattina dell’esame il paziente può consumare una normale colazione). E’ utile arrivare ad eseguire l’esame con la vescica confortevolmente piena.
È una procedura ambulatoriale che consiste nel far urinare il paziente in un apparecchio simile ad una toilette. Questo apparecchio (uroflussometro) è in grado di misurare la quantità di urina emessa nell’unità di tempo, riportandola in tempo reale su un grafico. I parametri e il grafico così ottenuti vengono analizzati e refertati dal medico urologo.
lo scopo dell’esame è simulare la minzione standard del paziente al fine di studiarne i sintomi o comprenderne i meccanismi. Viene definito “esame invasivo” in quanto prevede il posizionamento di un piccolo catetere vescicale e una piccola sonda endorettale. Nella pratica clinica e nella realtà questa indagine è solitamente ben tollerata e non dolorosa.
Uno staff esperto e formato si occupa di eseguire questo esame in un ambiente idoneo. L’esame non è eseguito in anestesia per non correre il rischio di falsare i risultati e perché è necessaria la collaborazione del paziente durante l’intera indagine.
L’esame, che ha una durata media di circa 40 minuti, prevede il posizionamento di un piccolo catetere vescicale per uretram e di una piccola sonda endorettale, entrambi specifici per la misurazione della pressione. In seguito al posizionamento dei due trasduttori la vescica viene lentamente riempita con soluzione fisiologica sterile e mezzo di contrasto organo- iodato (fase di riempimento), fino al raggiungimento dello stimolo urinario necessario ad una adeguata minzione (fase di svuotamento). Durante l’indagine si chiede al paziente di eseguire alcune manovre (es. colpo di tosse) e vengono acquisite immagini radiologiche tramite gamma camera.
Al termine dell’esame i trasduttori vengono rimossi e il paziente può riprendere le proprie attività quotidiane. E’ possibile che si verifichino delle modeste perdite di sangue nelle urine (ematuria) e/o bruciori quando si urina. Questi disturbi, che possono persistere anche per qualche giorno, sono di norma transitori e da considerarsi normali. Solitamente non è necessario eseguire una profilassi antibiotica prima della procedura (che comunque può essere richiesta dal medico al momento della prescrizione dell’esame). Nel caso di allergie al mezzo di contrasto organo-iodato o di soggetti poli-allergici, il paziente dovrà eseguire una terapia desensibilizzante prima dell’indagine.